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  • Writer's pictureValentina Buttafarro

Il disorientamento positivo della voce

Updated: Feb 17, 2023


Molti allievi, dopo un inizio entusiasta e pieno di energia positiva, si trovano a vivere un’esperienza di forte disorientamento nel loro percorso di conoscenza della voce. Questo è per me ormai un fatto evidente. L’inizio del percorso infatti, è pieno di certezze e il rapporto allievo-insegnante è molto più accademico. Ci sono principi da imparare a memoria e nozioni musicali da studiare ecc... Insomma tutto è carico di novità ed energia positiva!

Ma oggi mi piacerebbe parlare apertamente della necessaria “crisi” che avviene (e deve avvenire) all’interno di un processo di scoperta della propria identità vocale. Ne voglio parlare perchè tutti quelli che si trovano in questa situazione, tra i miei coachee e non, si possano sentire rassicurati e soprattutto non soli!

Nei primi anni di insegnamento e sperimentazione attorno alla didattica, confesso di essere stata, anche io, impreparata a questa fase faticosa, ma così necessaria. Non ho paura a rivelare che, per questo motivo, accadde che alcuni allievi lasciarono i miei corsi. Stavamo assestando il metodo, è vero, ma mi sento di dire che il vero motivo per cui se ne andarono fu perchè non mi era ancora abbastanza chiaro quanto fosse “necessaria all’evoluzione” questa fase di disorientamento!

Per cui lo dirò chiaramente:

Andare in “crisi” e accorgersi di “non sapere” è l’unica possibilità di evolvere veramente, soprattutto in rapporto con se stessi. E questa necessità ha la faccia di un meraviglioso e, a volte faticosissimo, disorientamento.

Approfondiamo cosa intendo per crisi? Partiamo dalla sua etimologia così affascinante! Il termine “crisi”, di derivazione greca (κρίσις), originariamente indicava la separazione, provenendo infatti dal verbo greco κρίνω: “separare”, appunto. Il verbo era utilizzato in riferimento alla trebbiatura, cioè all’attività conclusiva nella raccolta del grano. Si intende quindi quel faticoso lavoro che consiste nella separazione della granella del frumento, dalla paglia e dalla pula. Da qui derivò il suo primo significato di “separare”, poi traslato in “scegliere”, fino ad arrivare a significare discernere, giudicare, valutare.


Non abbiate paura di non sapere o di trovarvi a dover scegliere tra più possibilità del vostro suono o tra più generi musicali ecc.. Non si impara subito a distinguere il grano dalla paglia. Sapere di non sapere è l’unica vera conoscenza! E ci costringe a spostare l’attenzione sull’osservazione e non più sulle facili idee che catalogano, sempre troppo affrettatamente, un qualunque suono o problema. Non abbiate paura di addentrarvi nella vostra meravigliosa, grandiosa, inetichettabile unicità. Siamo un mistero grande, e l’identità vocale non è un problema che si risolve in quattro e quattrotto in una serie di domande e risposte, come si farebbe con un cruciverba. Cercate un’insegnante o un metodo per “essere” e osservare quello che siete. Fare, non pensare, poi osservare e scegliere. Avere un metodo per entrare in contatto con voi stessi è quello che conta. Un metodo per osservarvi in azione e (perchè no!) anche in evoluzione! Perchè non sarete mai uguali: cambierete. Le cose e le persone vi cambieranno, e con voi cambierà la vostra voce. Nessun esercizio tecnico e nessuna etichetta potrà mai contenere questa avventurosa evoluzione.

Vi auguro di trovare, nei momenti di crisi legati alla voce e non, qualcuno non spaventato ma certo; qualcuno che creda che rimanere nella zona di confort non ha mai portato nessuno ad evolvere. Vi auguro di trovare un insegnante e un metodo per dialogare in musica con voi stessi senza troppo giudizio: una serie di spunti ed esercizi creativi per mettere in musica sempre quello che siete, e non quello che gli altri si aspettano da voi.

 

“Molto ragionamento e poca osservazione, conducono all'errore. Molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità”

Alexis Carrel


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